Sassi contro la struttura di accoglienza donne e bambini. “Gesto razzista”, i sindacati insorgono
“Un gesto vergognoso, assurdo, violento e vile“, così viene definito da Cgil Cisl e Uil di Monza e della Brianza l’episodio dei sassi scagliati contro la struttura che ospita donne con bambini migranti, a Monza, nel quartiere San Rocco.
“Un gesto da condannare, senza se e senza ma, in quanto incompatibile con i principi fondamentali della Costituzione della nostra Repubblica – continuano unitariamente le sigle sindacali –. Le istituzioni di governo del territorio, e in particolar modo il Comune di Monza, devono intervenire immediatamente affinché siano impediti e rimossi gli ostacoli a una convivenza civile caratterizzata da maggiore giustizia sociale“.
“Quindi non solo esprimiamo solidarietà alle vittime di questo gesto ‘fascista’ ma ribadiamo l’impegno del sindacato confederale affinché, nei luoghi di lavoro e nel nostro territorio, si affermino i valori della democrazia, dell’antifascismo, della accoglienza e della solidarietà. Ne siamo convinti tanto da aver contribuito, insieme a tanti cittadini della Rete Brianza Accogliente e Solidale, alla straordinaria mobilitazione monzese del 23 Marzo 2019 ed anche riunendoci in Piazza a Vimercate nei giorni scorsi” si legge nella nota unitaria del sindacato.
“Con questo nostro comunicato, insieme a lavoratori e pensionati, ci rivolgiamo alle donne e agli uomini che si riconoscono in questi valori della democrazia e dell’antifascismo. Nei prossimi giorni ci mobiliteremo tutti insieme organizzando un presidio davanti alla sede della casa accoglienza di San Rocco così portando solidarietà, esprimendo condanna e presidiando la democrazia“, hanno annunciato unitariamente Cgil Cisl e Uil di Monza e della Brianza.
Infine, le organizzazioni sindacali hanno ricordato il contenuto dell’Articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana:
“É compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”