Sanità in Lombardia, Cgil Cisl Uil territoriali vogliono un vero cambiamento
Le proposte delle organizzazioni sindacali sulla legge regionale ora in discussione
Per garantire il diritto alla salute è necessario un vero cambiamento nella sanità sul territorio. Una posizione che Cgil Monza Brianza, Cisl Monza Brianza Lecco e Uil Monza Brianza hanno ribadito questa mattina durante l’incontro “Diritto alla salute. Il cambiamento che vogliamo”. Il dibattito è stato coordinato da Abele Parente, segretario generale Uil Monza Brianza.
La revisione della sanità lombarda, così come prospettata da Regione, infatti, non convince le organizzazioni sindacali e non solo.
A proposito del Sistema pubblico-privato, il presidente del Consiglio di Rappresentanza dei sindaci ATS Brianza Fabio Polano, ha riconosciuto come “il privato non debba scegliere le prestazioni più remunerative. Deve essere un sistema di parità che ora non c’è”.
I sindacati, pur apprezzando alcune proposte come la realizzazione delle case e degli ospedali “della comunità”, continuano ad essere critici su molti altri aspetti del Progetto di legge regionale che dovrebbe essere approvato a fine novembre.
“Chiediamo che con la riscrittura della Legge 23/2015 – spiega Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco – si deve tutelare la salute come valore pubblico. Case della comunità e ospedali della comunità non possono rimanere espressioni puramente virtuali – aggiunge –, dovranno dare risposte concrete ai bisogni espressi dai territori e quindi essere effettivamente il presidio sanitario e sociosanitario che la legge già in origine dichiarava di voler attuare”.
Monica Vangi, segretaria della Cgil Lombardia, ha a sua volta sottolineato come “l’emergenza sanitaria abbia evidenziato le criticità del nostro Sistema sanitario regionale”. E, sul rapporto pubblico-privato, quanto “il privato dovrebbe avere una funzione integrativa e non sostitutiva: il pubblico deve essere messo in condizione di dare risposte adeguate ai cittadini”.
“Molte persone – ha aggiunto Vangi – hanno smesso di curarsi o sono da troppo tempo ferme in lista d’attesa”. Mentre sulle case di riposo “andrebbero rivisti i modelli organizzativi”.
Sulla questione delle Rsa è intervenuto anche Beppe Saronni, segretario Fnp Cisl Monza Brianza Lecco, evidenziando come “queste strutture già soffrano di una fuga del personale sanitario e medico indebolendo il Sistema di cura per le persone anziane e fragili”.
Sul nostro territorio, secondo dati forniti da Ats, a dicembre 2022 avremo 75 medici di medicina generale in meno: “Il numero chiuso delle università e la poca considerazione delle professionalità sanitarie non fanno prevedere un veloce incremento delle presenze sul territorio. In aggiunta – continua Saronni – non si vede una progettualità chiara per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, che oltre che essere penalizzata dalla mancanza di figure sanitarie, non è sufficientemente sostenuta nel testo di riforma”.
All’incontro organizzato da Cgil Cisl e Uil territoriali è intervenuto anche il neo direttore generale di Ats Brianza Carmelo Scarcella. “Abbiamo difficoltà a reclutare personale sanitario: mancano igienisti, anestesisti, tecnici di laboratorio e medici. I professionisti guadagnano di più lavorando nelle cooperative – precisa Scarcella –, la domanda è superiore all’offerta: oggi un medico può scegliere”.
Franco Stasi della Cgil di Monza e Brianza ha rimarcato le gravi carenze del personale nei pronto soccorso degli ospedali di Desio e di Carate e nel pronto soccorso pediatrico di Vimercate. Lo stesso Stasi ha ricordato che “Regione Lombardia durante la fase pandemica ha assunto 24.000 lavoratori somministrati senza che nessuno, ad oggi, sia stato confermato”.
“Le risorse previste dal Pnrr – ha concluso Pierluigi Rancati della segreteria Cisl Lombardia – ci consentono di fare alcune cose. Dobbiamo cogliere e utilizzare bene questa opportunità perchè non ci sarà un’altra occasione dopo”.