Nel 2021 necessario ripartire, a cominciare da lavoro, scuola e sanità
Il lavoro in Brianza
La Cgil di Monza e Brianza tira le somme dell’anno appena trascorso e guarda al futuro
“Non è facile fare un bilancio del 2020. Siamo felici di lasciarci alle spalle un anno così difficile, carico di sofferenze e foriero di grandi incertezze sul futuro. Gli sforzi che abbiamo dovuto affrontare sono stati molti e sfaccettati: ripensare alla sicurezza sul lavoro; aiutare le persone ad accedere alle tante forme di sostegno al reddito; tutelare le persone nei luoghi di lavoro, negli ospedali, nelle case di riposo, e tanto altro a partire dai più fragili”, a tirare le somme dell’anno appena trascorso è Angela Mondellini, segretaria della Cgil di Monza e Brianza.Nell’anno della pandemia da Covid-19, la Cgil in Brianza, con le sue Categorie e Servizi, ha saputo continuare a dare assistenza anche durante i periodi più critici: “Siamo stati capaci di adeguarci rapidamente alle inaspettate evoluzioni della crisi pandemica per affrontare le situazioni straordinarie che ci si presentavano e per dare risposte alle persone in difficoltà – commenta Mondellini –. Ci siamo sempre stati per tutelare e sostenere i lavoratori e le lavoratrici e abbiamo continuato a offrire i nostri servizi anche durante i lockdown: sia in presenza che a distanza tramite sito web e strumenti telematici.”
In merito al rischio Covid, lo Sportello Ambiente, Salute e Sicurezza della Camera del Lavoro ha offerto consulenza e assistenza ai lavoratori che si sono ammalati (infortunio) o nella prevenzione del rischio.
“Nel 2020 abbiamo affrontato anche molte crisi, dal fallimento del Mercatone Uno alla vertenza Icar ancora in corso”, ricorda, inoltre, la segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza.
Il territorio brianzolo vanta oltre 270.000 tra lavoratori e lavoratrici (di cui 220.000 dipendenti) e 64.000 imprese. “Le domande di integrazione salariale in provincia di Monza e Brianza al 30 novembre sono state 41.799, di queste la Cgil di Monza e Brianza ne ha gestite direttamente circa 10.000” precisa Mondellini, che aggiunge: “Simultaneamente, abbiamo continuato a dare assistenza ai migranti e gestito la sanatoria per colf e badanti e lavoratori agricoli”.
“Alcuni contratti nazionali sono stati rinnovati, per fortuna, e le categorie della Cgil hanno dovuto reinventare un nuovo modo di comunicare con le lavoratrici e i lavoratori. Non è stato facile ma il contatto è sempre rimasto vivo”, confida la segretaria generale della Cgil in Brianza che evidenzia come anche la categoria dei pensionati sia riuscita a mantenere i rapporti con i propri iscritti tramite e-mail, telefono, sito web e pagina Facebook. “Molte cose che la pandemia ci ha costretti a fare ci potranno essere utili anche in futuro, ma speriamo presto di poter riabbracciarci nelle piazze”, commenta.
Nel corso del 2020, la Cgil di Monza e Brianza ha avanzato anche diverse proposte su un migliore sistema sanitario e per rafforzare la medicina territoriale.
Non sono nemmeno mancate le proteste: sotto il palazzo di Regione Lombardia per il rinnovo dei contratti nazionali scaduti, davanti alla Villa Reale chiusa e nelle pizze e davanti alle aziende quando era necessario, ma sempre con distanziamento e mascherine.
“L’emergenza sanitaria ha acutizzato le difficoltà economiche e sociali di una fascia di popolazione già fragile e con redditi da lavoro precario. Il blocco dei licenziamenti ha permesso che la crisi non degenerasse. Tale misura, insieme all’allargamento degli strumenti di sostegno al reddito, hanno permesso la tenuta dei livelli occupazionali dei lavoratori a tempo indeterminato”, afferma la segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza, che aggiunge: “Purtroppo la precarietà e l’eccessiva flessibilità sono riusciti comunque a colpire i lavoratori con contratti a tempo determinato, di apprendistato, co.co.co, intermittente e somministrato. Ci preoccupa come potrebbe evolversi la situazione occupazionale una volta scaduto il blocco dei licenziamenti, che a nostro parere dovrà comunque essere modulato per evitare ripercussioni sociali”.
L’accesso agli ammortizzatori sociali restituisce un segnale di una forte riduzione delle ore lavorate, che si caratterizza con una pesante contrazione delle esportazioni di circa il 25%. Fenomeno che colpisce il nostro manifatturiero dalla chimica, al settore del legno arredo, passando per la vasta area della metalmeccanica.
Nonostante questa importante riduzione delle ore lavorate, in Monza e Brianza si continua a ferirsi e a morire a causa della mancata sicurezza: “Dopo un 2019 terribile che, con i suoi 14 morti, ci ha imposto di investire sulla promozione della cultura della sicurezza, i dati INAIL del 30 novembre indicano che i morti sul lavoro sono stati 8, di cui 6 per Covid, e il numero di infortuni è passato dal circa 7500 a circa 6900, di cui al 31 ottobre 1500 erano infortuni Covid”, denuncia Mondellini ricordando che il 2020 è stato anche l’anno dell’anniversario dalla nascita dello Statuto dei Lavoratori.
“Per il 2021 le cose da fare sono tantissime. Il Paese ha bisogno di discutere le misure e le riforme necessarie per ripartire. Occorre affrontare i nodi critici del nostro paese che interessano anche la nostra provincia. Lavoro, scuola, sanità… su questi punti abbiamo avanzato molte proposte, di carattere nazionale, regionale e locale. Ascoltare le parti sociali è un metodo non solo una necessità”, conclude la segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza.