Migranti, i dati dell’Ufficio della Cgil di Monza e Brianza smentiscono il Governo
La retorica dell’Esecutivo non dà risposte al territorio e fa un danno al Paese
Meno di 90.000 sbarchi nel 2022 contro gli oltre 180 mila del 2016 e solo il 10 per cento di questi gestiti dalle Ong. Questi dati (fonte l’Alto commissariato Onu per i rifugiati) elaborati dallo Sportello migranti della Cgil di Monza e Brianza basterebbero da soli a smentire la narrazione di questo governo e non sembrano giustificare le azioni dell’esecutivo in tema di immigrazione.
“La dichiarazione dello stato di emergenza dei giorni scorsi, la scrittura di emendamenti ancora più restrittivi al decreto Cutro che elimina il permesso di protezione speciale, sembrano ripercorre la retorica dell’invasione che credevamo fosse superata ormai anche dall’evidenza”, è il commento di Luca Mandreoli, responsabile Area migranti e politiche sociali della Camera del Lavoro di Monza, alla lettura delle analisi dello sportello che rappresenta un naturale osservatorio del fenomeno migratorio in provincia.
“Continuando nella lettura del dato si apprende che la popolazione straniera residente nel nostro Paese è stabile, anzi in lieve decrescita – spiega Mandreoli –, che gli sbarchi negli ultimi anni sono inferiori alle stagioni delle primavere arabe e che le Ong continuamente ostacolate nella loro azione umanitaria contribuiscono solo in una minima percentuale agli arrivi sulle coste italiane. Insomma, le azioni del governo sono relative ad un mondo che non c’è”.
“Un’emergenza continua sul tema immigrazione che ormai da anni non coincide più neanche con i dati del nostro piccolo osservatorio”, insiste Mandreoli, che aggiunge: “I cittadini stranieri che fanno riferimento ai nostri sportelli evidenziano comunità ormai stabili e riconosciute nel territorio. La pratica di assistenza con il maggior trend di crescita negli ultimi 3 anni è quella della cittadinanza italiana. Nello specifico la stragrande maggioranza dei cittadini con background migratorio presenta domande di cittadinanza per residenza e questo dopo 10 anni di regolare residenza e reddito sufficiente”.
Le richieste di primi permessi di soggiorno riguardano principalmente i familiari di cittadini stranieri regolarmente soggiornanti che arrivano in Italia a seguito di ricongiungimento familiare o coesione familiare: “Tra le pratiche in ascesa per numero soprattutto nei primi mesi del 2023 gli aggiornamenti delle carte di soggiorno, questo dato è influenzato dal cambiamento della legge sul formato dei permessi di soggiorno di lungo periodo i permessi cartacei (ex carte di soggiorno) e i permessi di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo rilasciati più di 10 anni fa devono infatti essere obbligatoriamente aggiornati entro il 03/082023”, precisa il responsabile dell’Area migranti della Cgil di Monza e Brianza.
In ordine di pratiche gestite dallo Sportello, Senegal, Ucraina, Albania, Marocco e Perù sono i paesi di provenienza più frequenti. Sono persone solitamente giovani, in maggioranza tra i 31 e i 45 anni.
“Le caratteristiche della popolazione che si rivolge ai nostri sportelli rispecchiano in pieno quelle della popolazione residente in provincia con qualche differenza rispetto ad alcune nazionalità e alcune peculiarità locali – spiega ancora Mandreoli –: negli anni abbiamo assistito alla scomparsa di utenza asiatica molto presente sul nostro territorio, ma che molto probabilmente si affida a centri servizi comunitari per quanto riguarda le pratiche più comuni e che torna ai nostri sportelli per un’assistenza su pratiche più complesse”.
“Sicuramente gli anni dell’emergenza sono lontani, in questo momento l’emergenza per molti di loro riguarda la necessità di richiedere e ottenere il rinnovo del permesso, la carta di soggiorno o la cittadinanza in tempi utili”, conclude Mandreoli.
Ancora oggi i tempi per il rilascio di questi documenti sono molto lunghi e incompatibili con le esigenze di vita quotidiana: quattro anni per una richiesta di cittadinanza, dieci mesi per il rinnovo del permesso, sedici mesi per il ricongiungimento familiare.
“Al nostro territorio, e al Paese in generale, servono politiche migratorie di accoglienza e integrazione”, sostiene Matteo Casiraghi della segreteria della Cgil di Monza e Brianza, che conclude: “Nei prossimi anni andranno in pensione 6 milioni di persone e solo accogliendo e integrando, nel rispetto della dignità delle persone e nella costruzione di cittadinanza e diritti, avremo maggiore benessere. Respingere e non dare canali certi di ingresso costringe alla precarietà e spinge verso la criminalità”.