Esprimiamo cordoglio e vicinanza alla famiglia del lavoratore coinvolto nell’infortunio mortale avvenuto mercoledì 24
aprile in un cantiere edile a Monza.
Mohamed aveva solo 42 anni e tanti progetti per il suo futuro e per la sua famiglia che lo aveva raggiunto dall’Egitto solo la settimana scorsa.
Restiamo in attesa dell’esito delle indagini da parte degli enti preposti e delle forze dell’ordine, ma è inammissibile assistere ad episodi di questo tipo nonostante il continuo tentativo da parte nostra di mettere le misure di protezione a favore di una maggiore sicurezza al centro della contrattazione.
È stata l’ennesima vittima di quella che ormai non è più una giornata di lavoro, ma una giornata in “trincea”.
Non è tollerabile che il mondo del lavoro si trasformi in un vero e proprio incubo nel quale lavoratrici e lavoratori non tornano più a casa dai loro cari dopo una giornata di fatica.
Le imprese devono avere come priorità la prevenzione e la formazione, garantire tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) e l’applicazione delle procedure di sicurezza in tutte le fasi di lavorazione per chi opera in appalti e subappalti.
Non si può parlare di incidenti sul lavoro quando negli ultimi vent’anni il lavoro e la sicurezza sono stati visti più come un costo che come una risorsa.
Riteniamo necessario investire maggiormente sui controlli ispettivi. Non è più tempo di parole, ma di azioni concrete, di messa in campo di risorse e sinergie da parte di aziende, istituzioni e autorità competenti per promuovere interventi a garanzia della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Siamo vicini al dolore dei famigliari di Mohamed e a disposizione per ogni tipo di assistenza.
Le segreterie Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Monza e Brianza