“Ci preoccupa tanto entusiasmo nell’analizzare i dati dell’andamento occupazionale in provincia”. Il punto di vista della Cgil di Monza e Brianza
Un mercato del lavoro tutelato dalla decretazione d’urgenza, che tiene grazie all’emersione del lavoro nero, al lavoro flessibile, precario e intermittente
È una lettura molto diversa quella offerta dalla Cgil di Monza e Brianza rispetto ai dati Istat diffusi anche dall’ufficio di statistica del Comune di Monza che ha recentemente pubblicato l’edizione 2020 del notiziario “I dati degli occupati e disoccupati della Provincia di Monza e Brianza”.A dare il punto di vista della Camera del Lavoro territoriale di Monza e Brianza ci pensa il segretario Giulio Fossati, che si dichiara preoccupato per il “tanto entusiasmo nell’analizzare i dati dell’andamento occupazionale territoriale” confutando la tesi emersa in alcuni titoli della stampa locale. Come Il Giorno del 26 marzo, che titolava: “Brianza immune dalla Crisi” (foto).
“Se da una prima lettura potrebbe sembrare così – spiega il segretario della Cgil in Brianza –, dobbiamo comprendere che tali numeri sono viziati da il blocco dei licenziamenti, che il sindacato ha chiesto e ottenuto fin da subito”.
“La crisi economica e sociale ingenerata dalla pandemia purtroppo non sarà di breve periodo e avrà effetti negativi difficilmente superabili nel breve periodo. Il blocco dei licenziamenti, insieme alle circa 94 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate sul nostro territorio, messe in relazione ai pesanti dati sulle esportazioni, devono necessariamente portare le istituzioni ad approfondimenti seri e a scelte politiche utili alla ripresa economica“, continnua Fossati.
MALE LA MECCANICA, GALOPPA LA LOGISTICA
“Servono investimenti per far ripartire l’economia, serve una regia pubblica per far riacquisire una vocazione ad un territorio, che da sempre è produttivo. Ma che proprio nelle sue vocazioni principali come il manifatturiero meccanico, vede pesanti segnali di arretramento e perdite di posti di lavoro. Una contrattura di 1.800 posti di lavoro. Perdita che viene compensata dalla logistica che segna un +11.4% (1.300 posti di lavoro) e dal comparto sanitario e socio assistenziale +4.19% (circa 1.400 posti di lavoro)“, spiega ancora il segretario della Cgil commentando l’andamento del mercato del lavoro in Brianza.
“Servono vaccini e una efficiente campagna vaccinale per non rimanere indietro rispetto ad altri paesi europei, perdendo quote di mercato e competitività. Se i numeri raccontano una situazione con l’aiuto degli strumenti messi in campo dal Governo, dobbiamo provare a comprendere uno scenario che vede già una riduzione del numero di addetti tra ottobre e dicembre 2020 di 3.256 lavoratori“, aggiunge.
UNA PESANTE CONTRAZIONE DELLE OPPOTUNITA’ DI LAVORO
IL TEMPO INDETERMINATO NON E’ ANCORA IL CONTRATTO DI RIFERIMENTO
“Le dinamiche del mercato del lavoro segnano una riduzione degli avviamenti di oltre 17.000 unità, seppur con un saldo positivo rispetto le cessazioni. Bisogna però analizzare correttamente i numeri e la qualità del lavoro“, avverte Fossati, che aggiunge: “Il lavoro a tempo determinato nel 2020 mostra una contrazione di 8.000 attivazioni rispetto il 2019, ma mantiene un numero positivo di contratti attivati. Anche in questo caso la decretazione di emergenza, attraverso la possibilità di prorogare il contratto senza causale, ha influito positivamente sui numeri complessivi“.
“Il lavoro a Tempo indeterminato, con una riduzione di circa 4000 avviamenti, continua in un trend storico negativo, con un saldo di -5.134 occupati. I rapporti di collaborazione, i famosi co.co.co, mantengono un andamento positivo, insieme ai contratti di apprendistato, questi ultimi in discesa rispetto al 2019. Questi dati dimostrano che l’occupazione nel nostro territorio vira vigorosamente verso contratti precari, a termine (più corti e frequenti) e con bassi salari, mostrando anche una minore propensione delle aziende ad investire in formazione del personale“, commenta Fossati.
LOTTA AL LAVORO NERO E ALLA PRECARIETA’
“Un altro elemento messo in campo su richiesta del sindacato è la sanatoria con l’emersione dei rapporti di lavoro nero, che ha di fatto attivato buona parte dei circa 3200 rapporti di lavoro domestico in più rispetto il 2019. Dimostrando che attuare politiche di promozione dell’emersione e della legalità paga sempre“, sottolinea il segretario della Cgil brianzola.
“Un altro elemento che va preso in considerazione e sul quale è quanto mai necessario fare una riflessione è il lavoro somministrato, le cui attivazioni si riducono di circa 1.700 unità, su un totale di 13.000 attivazioni nel 2020. Ma il dato preoccupante è che i lavoratori coinvolti nel 2020 sono 8.321. Ciascuno di essi viene utilizzato poco più di una volta (1.6 volte) per una durata media di 25 giorni di lavoro, e una mediana di 9 giorni. Ciò significa che la metà di questi lavoratori hanno svolto meno di 10 giorni di lavoro in un anno. Possono essere considerati posti di lavoro questi? Questa è una condizione inaccettabile che denunciamo, che deve essere affrontata dal Governo e dalle Istituzioni“, conclude Fossati.