Cgil Monza Brianza, impegno per la Memoria con il Comitato Pietre d’Inciampo
Nel 2024 verranno posate circa 30 pietre d’inciampo nei comuni della Brianza
Il segretario Casiraghi: “Importante alimentare la consapevolezza dei giovani e rinnovare l’impegno di tutti”
“La nostra generazione e quella dei nostri figli hanno avuto la grandissima fortuna di non aver vissuto la tragedia nazifascista ed essere nate in un periodo di pace, democrazia e libertà di espressione, inusuali nella storia dell’umanità. Un periodo che abbiamo studiato nei libri di storia e visto nei racconti di quanti hanno vissuto quegli anni. Una fortuna di cui essere consapevoli e un’eredità che ci impone di lottare contro ogni forma di oppressione e discriminazione come è stato fatto nel nostro paese per sconfiggere la dittatura fascista. Un regime che è nato e cresciuto sulla violenza, sul suprematismo razziale, sulla negazione di ogni giustizia sociale”, questo il pensiero della Cgil di Monza e Brianza, espresso con le parole di Matteo Casiraghi, segretario confederale.
Non a caso, dunque, la Cgil di Monza e Brianza è tra le fondatrici del Comitato Pietre di Inciampo a cui aderiscono più di quaranta comuni brianzoli e numerose associazioni. “Quest’anno – spiega Casiraghi, che è anche nel direttivo del Comitato in rappresentanza delle organizzazioni sindacali e delle associazioni – verranno posate circa trenta pietre di inciampo per onorare la memoria di coloro che non tornarono più dai luoghi della deportazione. Il Comitato è anche impegnato nell’organizzazione di diverse iniziative seminariali, teatrali e didattiche offerte alle scuole del territorio grazie al contributo di un comitato scientifico”.
Da segnalare, inoltre, che nel mese di marzo, Cgil, Cisl e Uil territoriali organizzeranno un pullman di studenti brianzoli che, accompagnati da storici, docenti e sindacalisti, visiteranno il memoriale di Mauthausen, Gusen e il Castello di Hartheim. Una iniziativa in continuità con i tanti viaggi del “treno per la memoria” organizzati negli anni scorsi.
“In Brianza furono circa 1200 i lavoratori coatti costretti alle produzioni tedesche. Dalla Brianza 252 persone finirono nei campi di concentramento per motivi politici, 40 perché ebrei e un centinaio di militari perchè scelsero di non combattere sotto le bandiere dei fascisti (IMI)”, spiega il segretario della Cgil in Brianza, che aggiunge: “Enrico Bracesco, operaio brianzolo protagonista degli scioperi già nel ’43 e poi nella Resistenza fu uno di quelli che pagò con l’arresto e la deportazione il suo impegno antifascista. Dopo essere stato a Fossoli venne ucciso a Gusen il 15 dicembre 1944. Scrisse alla moglie in una delle sue ultime lettere: ‘… fai come se fossi vicino a te e vedessimo assieme il futuro dei nostri piccoli: non mi dilungo molto perché hai compreso che ho dato tutto per ottenere un avvenire migliore: e che cosa non darei ancora per il bene dei nostri figli? Grossi bacioni, ricordami sempre”.
“La storia ci indica la strada per evitare gli errori del passato, a partire dal coraggio di prendere posizione e non girarsi dall’altra parte”, aggiunge Casiraghi, che conclude: “molti hanno pagato con la vita e con sofferenze indicibili il loro coraggio di lottare. Ci hanno consegnato diritti e libertà che allora potevano solo immaginare a partire dal voto libero alle elezioni a suffragio universale e dalle libertà di opinione e di associazione. Questi diritti sono tra gli strumenti, previsti dalla Costituzione, che possiamo utilizzare per costruire un’Italia ed un’Europa che siano protagoniste di progetti di pace, di solidarietà e di giustizia sociale”.
Altri contributi:
* SCIOPERI E DEPORTAZIONI: interviste LIDIA BERETTA e ANGELICA VILLA
* QUEI RAGAZZI DEL ’43-’44: con OTTAVIA PICCOLO
https://www.youtube.com/watch?v=gVo1InlP_9c (durata 50 minuti)
* COMITATO PIETRE INCIAMPO