ASST Brianza, Fp Cgil: “Forti preoccupazioni legate alla carenza di personale e alla chiusura dei servizi”
La carenza di personale mette a rischio i servizi in Brianza: chiusure e problemi ai Pronto soccorso e in Psichiatria
Ci risiamo, a ridosso del periodo estivo, le importanti carenze organiche relative al personale medico stanno di nuovo mettendo a rischio alcuni settori nevralgici, quali il Pronto Soccorso di Carate e Desio e la Psichiatria di Desio.
“Alla carenza medica si associa anche quella del personale del comparto, in primis quella relativa al personale infermieristico, ostetrico e OSS che sta seriamente compromettendo gli standard assistenziali nella maggior parte dei settori aziendali, sia ospedalieri che territoriali”, spiega Susanna Cellari della Funzione Pubblica Cgil Monza Brianza.“A questo si aggiungono le carenze anche del personale tecnico sanitario che, se pur in numero minore, subisce delle flessioni, senza contare l’esiguo numero di personale amministrativo, troppo spesso sottovalutato e sottostimato nella maggior parte delle aziende sanitarie, compresa l’ASST Brianza, una carenza che sta letteralmente mettendo in ginocchio le varie attività amministrative aziendali ed esasperando il poco personale rimasto in servizio”, continua Cellari.
“Come Fp Cgil abbiamo da sempre messo al primo posto l’annoso problema degli organici ed è dallo scorso anno che stiamo affrontando e contrastando il rischio di chiusura dei PS di Carate e Desio – spiega – ma, a fronte dell’inizio del periodo estivo, si riprospetta all’orizzonte l’ombra di una possibile chiusura, soprattutto relativa al PS di Carate. Ipotesi che non ha mai trovato il nostro accoglimento, in quanto determinerebbe una ricaduta negativa a cascata su tutta la cittadinanza afferente alla zona del caratese e limitrofa, oltre che determinare un conseguente impatto sul PS di Desio che si trova già in precarissime condizioni. Una chiusura del PS determinerebbe altresì forti criticità sul punto nascite di Carate, la cui utenza accede in larga parte tramite il pronto soccorso, con conseguente probabile riduzione del numero dei parti annui e rischio di chiusura anche di questo settore se si dovesse scendere sotto i numeri minimi previsti”.
“Il nostro confronto con la direzione aziendale – spiega ancora la sindacalista della Fp in Brianza – è costante e le ultime ipotesi di una probabile chiusura notturna non ci fa di certo prospettare previsioni positive in materia, pertanto riteniamo necessario che anche le parti politiche territoriali facciano la loro parte, per intervenire sull’azienda, ma soprattutto su Regione Lombardia, per scongiurare azioni negative i cui riflessi a lungo termine determineranno forti criticità sull’intero presidio di Carate, perché anche solo ipotizzare che la chiusura del PS possa permettere l’aumento del numero di ricoveri grazie al recupero del personale ivi operante è un utopia, in quanto si determinerebbe esattamente lo scenario opposto se questa azione non venisse inserita all’interno di un progetto globale di rilancio del presidio ospedaliero”.
Chiusura della Psichiatria di Desio
Ultimamente, al rischio di chiusura del PS di Carate, si è aggiunta anche la chiusura della Psichiatria di Desio, che non è presunta ma certa e avverrà entro il 17 maggio a causa della grave carenza di medici Psichiatri.
“La direzione aziendale ci ha assicurato la temporaneità di questa chiusura in attesa delle nuove assunzioni che dovrebbero entrare in servizio in autunno – spiega Cellari –, ma la nostra attenzione resta alta, in quanto la carenza dei medici Psichiatri impatta anche sui servizi psichiatrici territoriali (CPS) che potrebbero subire anch’essi delle notevoli ripercussioni e riduzioni di prestazioni, senza contare il fatto che la chiusura della Psichiatria di Desio, impatterà altresì su tutto il bacino di utenza afferente ai vari CPS della zona nord-occidentale della nostra provincia e sulla Psichiatria di Vimercate, che dovrà necessariamente ampliare il numero dei posti letto per colmare parzialmente la riduzione dell’attività di Desio, con tutte le probabili ricadute che si avranno sul personale infermieristico già precario nel numero e a malapena sufficiente per i loro posti letto”.
“Focalizzandoci anche su altre criticità aziendali, la grossa sofferenza organica, associata ad una scarsa progettualità, sta determinando un uso indiscriminato dell’istituto della mobilità interna per colmare le carenze di personale nei reparti (infermieri e OSS), anche per quanto concerne il mantenimento e ampliamento dei reparti Covid, per i quali, a distanza di quasi due anni e mezzo dall’inizio della pandemia, anziché pensare di mantenere sempre aperto un reparto dedicato ai pazienti infettivi con un personale dedicato stabilmente, si continua ad utilizzare il personale dei vari reparti che viene spostato a rotazione per la gestione di questi posti letto, con tutte le relative conseguenze sia sui settori di provenienza, che alla prima assenza dei colleghi si ritrovano in sofferenza, sia per la stanchezza di tutti gli infermieri e OSS coinvolti in questi continui spostamenti da più di due anni”, spiega la funzionaria di Fp Cgil di Monza e Brianza, che aggiunge: “A esacerbare tutte queste enormi criticità, se ancora non bastassero, si aggiunge la problematica relativa al sacrosanto diritto al recupero psicofisico del personale, anche in termini di godimento dei periodi di ferie estivi che, ad oggi, non risultano né programmati, né autorizzati ai fini di un’eventuale prenotazione viaggio nella maggior parte dei settori dell’azienda, cosa inaccettabile tenuto conto che manca meno di un mese all’inizio dei periodi di ferie estivi”.
“Anche per queste ultime due criticità siamo tempestivamente intervenuti con la direzione aziendale per far cessare questo uso dell’istituto della mobilità non in linea con il dettato contrattuale e per la programmazione e autorizzazione delle ferie estive”, aggiunge la sindacalista brianzola, che conclude: “Come abbiamo più volte denunciato, occorre che l’azienda metta in atto tutte le azioni organizzative, di programmazione e di assunzione del personale necessarie per ottemperare alle esigenze assistenziali degli utenti e alle garanzie contrattuali per i dipendenti, ma occorre anche e soprattutto, che la politica faccia la sua parte a livello locale e ancor di più a livello regionale per scongiurare la chiusura dei servizi, il dimensionamento aziendale, l’esternalizzazione dei servizi e l’utilizzo di cooperative di personale medico e sanitario per sopperire alle mancate assunzioni o ai concorsi andati vacanti a causa della scarsa attrattività aziendale, perché è del tutto evidente l’importanza che l’ASST Brianza riveste per il nostro territorio, in quanto ricordo essere la più grande azienda sanitaria della nostra provincia e una delle più grandi della Lombardia”.