Alte concentrazioni di radon, rischio per la salute dei lavoratori dello Psal
Presidio delle organizzazioni sindacali davanti alla sede di Ats: “Sbagliato accorpare le sedi territoriali di chi dovrebbe garantire la sicurezza sul lavoro”
L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera il radon un agente cancerogeno, il secondo maggiore responsabile del tumore polmonare dopo il fumo. Arpa Lombardia sul sito web informa che l’incremento della probabilità che la malattia si manifesti “è proporzionale alla concentrazione di radon presente negli ambienti di vita e di lavoro frequentati da un individuo”, così un lavoratore che fosse esposto per un periodo prolungato al radon rischierebbe di sviluppare il carcinoma.È spinto anche da queste valutazioni il secondo presidio in pochi mesi di Fp Cgil, Cisl Fp e Uilfpl territoriali davanti alla sede di Ats Brianza. Le organizzazioni sindacali si sono date appuntamento in viale Elvezia a Monza per esprimere, ancora una volta e con un punto in più nell’elenco delle motivazioni, la netta contrarietà alla scelta di centralizzare i servizi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro (Psal) in un’unica sede territoriale, quella di via Solferino che – sorte maligna – è proprio quella che registra alte concentrazioni di radon.
Ma facciamo un passo indietro. A marzo 2022 le organizzazioni sindacali avevano organizzato un presidio unitario davanti ad Ats Brianza per contrastare la scelta di trasferire i lavoratori della sede di Ornago dello Psal a Monza. Una scelta che i sindacati considerano sbagliata e che sarebbe determinata dalla mancanza di personale: “L’ennesimo preoccupante segnale nell’ambito della prevenzione degli infortuni sul lavoro in un territorio in cui lavorando si continua a farsi male e a morire”, commentano i rappresentanti sindacali.
Una decisione doppiamente sfavorevole, dunque, come spiega Fausto Callegari, coordinatore Rsu di Ats Brianza: “La sede dove hanno trasferito i lavoratori si è rivelata problematica per la presenza di radon che in alcune stanze è addirittura cinque volte superiore al limite previsto dalle norme, con il risultato paradossale che chi è deputato a garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro è il primo ad essere messo in una condizione di rischio potenziale”.
“La scelta di accentrare i servizi dimostra che a Regione Lombardia la pandemia non ha insegnato niente” gli fa eco Nicola Turdo della Cisl Fp Monza Brianza Lecco che aggiunge: “Non siamo di fronte a una scelta di efficienza né in termini economici né di qualità del servizio, accorpando si rende solo meno capillare il presidio territoriale”.
“Rivendichiamo ancora una volta il nostro ‘no’ al concentramento delle attività di Ats in un’unica sede perché bisogna avvicinare i servizi alle esigenze dei cittadini e con la scelta di accorpare le sedi di Desio e di Ornago a Monza si privano quelle aree di un intervento tempestivo in caso di necessità”, afferma Tania Goldonetto, segretaria generale della Fp Cgil Monza e Brianza.
Una situazione “incredibile, assurda e molto pericolosa”, la definisce Massimo Coppia, segretario della Uilfpl, che avverte: “Se questa direzione generale non attuerà in tempi brevi una soluzione alla problematica, rappresenteremo i lavoratori in tutte le sedi istituzionali”.
“È una condizione insostenibile – aggiunge Roberto Frigerio della segreteria Cisl Monza Brianza Lecco – che comporta disagi organizzativi e logistici a tutti i cittadini. Portiamo avanti questa partita anche sul livello regionale”.
“Siamo di fronte a personale che non viene tutelato nei luoghi di lavoro – commenta Giulio Fossati della segreteria della Cgil di Monza e Brianza –, siamo di fronte a un territorio che viene svuotato dai servizi della sicurezza sui luoghi di lavoro. Chiediamo – conclude – urgentemente a Regione Lombardia un intervento per fare in modo che questo piano scellerato non prosegua nel suo percorso”.