San Giuseppe, Cgil e Cisl: il tavolo per la crisi l’abbiamo chiesto un anno fa
La replica delle organizzazioni sindacali alle dichiarazioni del presidente del C.d.a. della Fondazione
“Siamo costretti a replicare alle dichiarazioni rese a mezzo stampa da Ferruccio Magni, presidente del C.d.a. della Fondazione Asilo San Giuseppe, non per fomentare polemiche che a nulla e nessuno giovano, tantomeno alle lavoratrici e ai lavoratori da noi rappresentati, ma per la necessità, ancora una volta, di fare chiarezza su affermazioni che in alcuni casi risultano palesemente non corrispondenti al vero”, lo dichiarano Simone Cereda, segretario Fp Cgil Monza e Brianza, e Nicola Turdo, segretario generale Cisl Fp Monza Brianza Lecco.
“Magni, in un articolo apparso su “Il Cittadino di Monza e Brianza” del 31.10.2020, afferma di non avere mai avuto risposta dalle organizzazioni sindacali in merito alla possibilità di licenziare le lavoratrici a seguito di accordo sindacale con incentivo all’esodo, prevista dall’attuale normativa che, in emergenza sanitaria, limita fortemente le possibilità di licenziamento collettivo. A Magni abbiamo più volte chiarito che, sentiti anche i nostri Uffici Vertenze Legali, tale possibilità sussiste solo in presenza effettiva di incentivo all’esodo: incentivo che, come confermato da Magni nell’intervista, per la Fondazione non è possibile riconoscere per assenza di risorse”, spiegano Cereda e Turdo, che aggiungono: “L’intesa, quindi, non si può trovare non perché i lavoratori non si accontentano (su questo poi, ci sarebbe molto da dire, dopo quello che questi lavoratori hanno passato…), ma perché, a norma di legge, tale accordo, senza incentivo, sarebbe nullo, con il concreto rischio che i licenziamenti a esso legati siano contestati dall’INPS, precludendo quindi alle lavoratrici e ai lavoratori la possibilità di accedere alla Naspi. Magni questo lo dovrebbe sapere, perché più volte ne abbiamo parlato. E dovrebbero saperlo anche i consulenti della Fondazione”.
“Per accelerare i licenziamenti, lo diciamo da mesi – ma forse, alla luce di quanto dichiara Magni, è bene ripeterlo – ci sono solo due strade: arrivare prima possibile alla liquidazione della Fondazione o attendere l’esaurimento delle settimane di FIS Covid utilizzate dalla stessa. Abbiamo sempre chiesto di puntare sulla prima, per evitare di dovere attendere la seconda (ma ormai ci siamo, perché tali settimane dovrebbero terminare attorno alla metà di novembre)”, aggiungono i sindacalisti, che spiegano anche come sull’iter della liquidazione le affermazioni di Magni non siano in linea con quanto da lui stesso comunicato anche recentemente: “Nell’articolo, di fatto, il presidente del Cda scarica ogni responsabilità dei ritardi su Regione Lombardia. Nell’elenco dei passaggi da effettuare, inviatoci nelle scorse settimane dallo stesso Magni, il decreto regionale segue però altri step. Questi ultimi, invece, a carico di Comune e Fondazione: conclusione della ‘due diligence’ per certificare correttamente la situazione economico-finanziaria della Fondazione; perizia di stima immobile; perizia di stima quadreria e arredi storici; nomina 4° consigliere per delibera di scioglimento; atto di scioglimento notarile con nomina liquidatore. Comune di Arcore e Fondazione hanno provveduto a tutti questi passaggi? Se così non fosse, è inutile chiamare in causa la Regione e le organizzazioni sindacali”.
“Abbiamo sempre espresso la nostra stima nei confronti di Magni e del Cda da lui guidato (l’unico in grado di partorire un concreto progetto di salvataggio della scuola). Le sue recenti dichiarazioni, però, seguono quanto detto e fatto da Comune e Fondazione da almeno un anno a questa parte: affermazioni inesatte e volte a scaricare su altri soggetti le proprie responsabilità”, concludono i segretari.